04-02-2025

Ostacolare la propria moglie a lavorare è reato, uomo condannato per maltrattamenti

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di violenze familiari, commesse da un marito imprenditore che per la volontà di controllare la moglie le aveva di fatto impedito di trovare, e svolgere, unoccupazione compatibile con le sue passioni e tale da assicurarle indipendenza economica. Luomo le imponeva il costante accudimento dei figli come attività prevalente o esclusiva della giornata, salvo poi come emerso dai fatti di causa usare la consorte come contabile nellazienda di famiglia per un lungo periodo senza nemmeno versarle lo stipendio. Quando la donna, nonostante i divieti e le imposizioni del coniuge, riuscì a trovare unoccupazione in ambito turistico, il rapporto lavorativo terminò in breve tempo a causa delle continue telefonate delloppressivo marito. Queste ultime erano mirate esclusivamente a farla ritornare al tetto coniugale nel più breve tempo possibile ed erano tali da rendere la donna vittima di situazioni umilianti agli occhi dei colleghi di lavoro. Per luomo, per nulla rispettoso dei diritti e delle libertà della consorte, lesito finale è stato quindi la condanna per il reato di maltrattamenti di cui allart. 572 del c.p.. Per legge, i maltrattamenti contro familiari o conviventi sono puniti con la reclusione e non si configurano soltanto con le aggressioni fisiche, ma anche con gesti e condotte che impediscono alla vittima del reato di essere economicamente emancipata. Intimidazioni, offese, controlli ossessivi, umiliazioni sono quindi anchessi tali da integrare lillecito. Inoltre, nel corso delliter giudiziario erano stati accertati linstallazione e lutilizzo, da parte del marito, di una telecamera operativa sul perimetro esterno dellabitazione. La finalità era da rintracciarsi nella maniacale registrazione degli spostamenti della donna, la cui esistenza era stata a lungo condizionata dalla forzata attribuzione del ruolo di casalinga e dal divieto di scegliersi unoccupazione e di avere un proprio reddito da lavoro. Questa pronuncia della Cassazione contribuisce, così, a rafforzare una giurisprudenza tesa a proteggere la donna dai maltrattamenti domestici.